Il
ricatto della destra di andare al voto se non si fa quello che vogliono
loro confidando sui sondaggi che la danno in testa e quindi tributari
del premio di maggioranza, è un'arma spuntata.
Nessun Presidente della Repubblica scioglierebbe mai le Camere con una legge elettorale sotto esame della Consulta:
La
Corte di Cassazione, Prima Sezione Civile ha fatto proprie le censure
di costituzionalità di 27 cittadini elettori patrocinati dagli avvocati
Bozzi e Tani in un giudizio che prendeva le mosse dalle sentenze n. 15 e
16 del 2008 della Corte Costituzionale, dove le censure erano state
sollevate da chi scrive, che già era stato componente della Commissione
Affari Costituzionali del senato e che il 21 marzo scorso ha discusso il
ricorso davanti alla Corte di Cassazione.
Si
sarebbe potuti arrivare prima a questo verdetto se i giudici
amministrativi avessero rimesso alla Corte la legge nei ricorsi contro
le elezioni del 2008 e se il Tribunale e la Corte d'Appello di Milano
non si fossero, illegittimamente, sostituiti alla Corte Costituzionale.
I mezzi di comunicazione che hanno ignorato le vicende per ben 5 anni, con l'eccezione del Riformista diretto da Emanuele Macaluso e de l'Avvenire dei Lavoratori
di Zurigo. Neppure le organizzazioni e associazioni politiche di
qualsivoglia colore hanno sostenuto il ricorso presso l’opinione
pubblica; sola eccezione il Gruppo di Volpedo
Felice Besostri