Mi è giunta ora la notizia dell'improvvisa scomparsa di Guido
Martinotti, un compagno socialista la cui frequentazione è stata un
arricchimento culturale e politico incommensurabile, anche quando non vi
era convergenza di valutazione su fatti contingenti.
La sua attività di
studioso e di intellettuale in Italia, in Europa e negli Stati Uniti è
la migliore dimostrazione che le vicende del PSI non hanno fatto
scomparire una cultura politica socialista dal nostro paese, come molti
speravano purtroppo non solamente a destra.
Non possiamo limitarci a
testimoniare il passato, perchè Guido e noi siamo convinti, che proprio
l'assenza di un partito socialista, quale che sia il nome, vincolato
alla grande famiglia del socialismo europeo e fortemente radicato nel
popolo e tra chi vive del proprio lavoro sia una delle cause della
debolezza strutturale della sinistra italiana. Fino all'ultimo Guido è
stato impegnato nelle primarie nazionali e in quelle regionali con una
scelta netta a favore di Umberto Ambrosoli.
In oltre 40 anni di
conoscenza sono troppi i momenti che affiorano alla memoria per
ricordarne uno.
Guido ha voluto essere con noi al Quinto incontro
annuale del Gruppo di Volpedo, malgrado un'indisposizione e
all'Umanitaria ha svolto una lezione magistrale nell'ambito della scuola
politica della Fondazione Socialismo e i suoi interventi puntuali nella
mailing list del Circolo Rosselli Avevamo in programma un incontro a
Parigi, la capitale di un socialismo possibile.
Non credo all'al di là,
ma nel ricordo perenne di un amico ed un compagno come pochi.