Ovviamente
l’attenzione è polarizzata sulle presidenziali francesi, ma in
questo mese ci sono altre 3 elezioni, per di più anticipate: segno
di instabilità politica, che è anche economica e sociale a causa
della grave crisi.
Il 6 maggio
si vota in Francia, Grecia e nel Land tedesco dello
Schleswig-Holstein e il 13
maggio nel più popoloso Land tedesco la Nordrhein-Westfalen.
Paradossalmente le due elezioni regionali tedesche hanno la stessa
importanza di quelle presidenziali francesi, perché sono, sia pure
indirettamente, un voto su Frau Merkel e la sua politica europea.
Parlano anche i numeri, nei 2 Land ci sono più di 20 milioni di
abitanti, cioè un terzo di quelli francesi e poco meno del doppio
dei greci.
Le
previsioni sono preoccupanti per la CDU, perché nello
Schleswig-Holstein e nella
Saar( altra elezione anticipata del 2012) la CDU era al governo e la
FDP era nell’assemblea regionale. Con le previsioni la FDP non
entrerà nel Landtag dello SH, così come è uscita dalla Saar,
mentre entrarannno massicciamente i Piraten . La SPD ridiventerà il
primo partito nella NRW e avrebbe maggioranza con i Verdi, mentre
nelle elezioni del 2010 non c’era maggioranza senza la Linke, che
stavolta resterebbe sotto il 5% sia per il voto Piraten che per il
recupero SPD( Il ritiro di La Fontaine è negativo per l’attrattività
della Linke a Ovest).. A questo punto il Bundesrat sarebbe
controllato dall’attuale opposizione ancora più
fortemente di oggi. Le modifiche costituzionali
hanno bisogno del voto del Bundesrat, quindi proprio in patria sono
in forse le modifiche dei Trattati, che la Merkel ha voluto imporre
al resto d’Europa. Il
sindacato unitario DGB sta attaccando frontalmente l‘ austerità
e la preoccupazione è forte, perché persino un giornale
ultraconservatore come la Frankfurter Allgemeine Zeitung ha dovuto
ammettere che è grazie alla concertazione con il sindacato che la
situazione economica tedesca è migliore del resto d'Europa. Un
pensiero corre all’Italia dove la concertazione viene considerata
un errore da evitare, quasi una bestemmia, e i sindacati sono sotto
attacco governativo e imprenditorial-confindustriale.. E’ troppo
presto per parlare di inversione di tendenza in una UE dove la destra
è al potere in 21 paesi su 27, ma nel resto d’Europa, e purtroppo
non in Italia,c’è un’alternativa storica alla destra e alla
conservazione rappresentata dal socialismo democratico. Le politiche
neoliberiste hanno provocato la crisi e che vogliano curarla non è
credibile per non uccidere il paziente: Grecia e Portogallo sono le
prime vittime, cui seguirò la Spagna. Quindi gli elettori hanno
un’alternativa credibile, affidabile e sperimentata: dovrebbero
profittarne e la sinistra cogliere i frutti di questa situazione
politica e sociale
Monterotondo
3 maggio 2012