Il Blog di Felice Besostri

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BASTA PRENDERCI IN GIRO

A ogni piè sospinto ci spiegano che il problema dell’Italia sono i Partiti, che hanno dato vita ad una partitocrazia, che ha occupato le istituzioni, l’economia pubblica e vampirizzato quella privata grazie alle concussioni e corruzioni.
Il difetto che sta  alla base della degenerazione starebbe proprio nell’art 49 della Costituzione, che peraltro si limita a dire, con formulazione analoga a quella della Grundgesetz tedesca e della Costituzione spagnola del 1978, che “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. E’vero che non si specifica che questi partiti, a differenza dei sindacati, siano dotati di ” statuti..(che)....sanciscano un ordinamento interno a base democratica”( art. 39, c.3 Cost.), ma ci si arriva facilmente per via interpretativa, perché avrebbe costituito violazione dell’art. 3 Cost.( principio di uguaglianza) un trattamento differenziato tra sindacati partiti, che sono entrambi formazioni sociali ai sensi dell’art. 2  Cost., cioè luoghi “ove si svolge la sua personalità” ed è richiesto “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. La degenerazione non è stata provocata dai partiti in sé, perché, se bastasse la norma costituzionale, la stessa degenerazione si sarebbe verificata in Germania e Spagna. La degenerazione è, invece, il frutto della mancata attuazione del precetto costituzionale, cioè dell’assenza di una legge organica sui partiti politici, come in tutti i paesi europei. Qualcuno ha fatto riferimento alla costituzionalizzazione del PCUS nella Costituzione dell’U.R.S.S.(art. 6) e nel ruolo dirigente del partito Comunista nelle democrazie popolari dell’Europa orientale: quelle norme davano la preminenza a un partito solo, indipendentemente da un consenso elettorale, l’esatto contrario dell’affermazione del pluralismo politico e del metodo democratico della nostra Costituzione. de la democrazia “è il governo dei poteri visibili”, nulla è meno trasparente della vita interna dei partiti, che esercitano funzioni pubbliche in forma privata. Non si ricorda una campagna di stampa per far funzionare i partiti secondo Costituzione, perché fa comodo che siano come sono o al servizio di interessi economici privato o delle oligarchie che li dominano, che sono ricattabili quando non son funzionali agli interessi costituiti. E’ più facile condizionare una piccola oligarchia, che un partito con centinaia di migliaia di militanti che vogliono discutere e decidere. Se ci sono dei paria nel nostro paese, questi sono gli iscritti a un partito quando non fanno parte della nomenklatura interna o della “casta” presente nelle istituzioni. Quanti sanno che i padroni dei simboli di partito non sono gli organi statutari ma il segretario o presidente della formazione, che può delegare un suo amico, anche non iscritto, a depositare le liste dei candidati alle elezioni dal comune alla regione, dalla Provincia al Parlamento, anche contro le decisioni degli organi locali o statutari nazionali? Quanti sanno che i soldi dei rimborsi elettorali vanno a un centro arbitro di distribuirli a piacimento, senza tener conto dei livelli, che i voti hanno raccolto? Non contenti di aver espropriato gli iscritti, le oligarchie, con la complicità dei mezzi di informazione e con il pretesto di assicurare la governabilità hanno fatto leggi maggioritarie e bipolari, espropriando anche gli elettori con premi di maggioranza e liste bloccate e introdotto una specie di elezione diretta del Primo Ministro, non prevista dalla Costituzione. Come per risolvere la crisi economica e finanziaria di usano le ricette degli untoti, così la crisi politica e istituzionale dovrebbe essere risolta da sistemi bipolari e maggioritari, cioè quelli che hanno fallito alla prova pratica. In  Italia ci sono più partiti, che al tempo del proporzionale, e nel 2006 e nel 2008 abbiamo eletto Parlamenti instabili
Milano 7 febbraio 2012

di Felice Besostri 
 Vito a. Ayroldi