Il Blog di Felice Besostri

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PERCHE’ ESSERE SOCIALISTI OGGI

Questa riunione è stata presieduta e moderata dal compagno Pino Nazio, un giornalista RAI.
Un socialista in RAI è una novità: almeno uno è sopravvissuto dalle infornate socialiste degli anni d’oro, così credevo, invece è approdato di recente nelle file socialiste. È forse simbolico che la sua trasmissione si chiami “Chi l’ha visto?”? Gli suggerisco di dedicare una prossima trasmissione al socialismo italiano e al PSI.
Il destino e perciò il futuro del socialismo democratico poteva essere segnato dal crollo di due Muri, il Berliner Mauer del 1989 e Wall Street del 2008, invece siamo riusciti a schiantarci contro le loro macerie.
Collocarci a sinistra del PD, a me pareva una posizione giusta, ma nemmeno troppo difficile, tanto è lo spazio libero a sinistra del PD: talmente vasto che non c’era nemmeno il rischio di essere spinti a ridosso della sinistra antagonista.  Un rischio che si corre se si condivide la linea di Fioroni esposta su Il Riformista di oggi:  il PD è troppo di sinistra.
Non c’è bisogno di essere raffinati politici ma basta conoscere le coordinate spaziali di una geometria bidimensionale: se non si è a sinistra del PD o si è a destra del PD o si è nel PD. potremmo essere anche davanti al PD o dietro al PD, mosche cocchiere o retroguardia del PD
Le Primarie non sono una stronzata in sé: innanzi a tutto devono essere vere e quindi essere collocate in un sistema bipartitico. Attraverso le primarie si designa il leader del partito, che competerà per la carica elettiva monocratica di un sistema presidenziale o semipresidenziale. Soltanto che in quei sistemi il designato, una volta eletto cessa di essere il leader di un partito, ma incarna la Nazione.
Il nostro, che è un sistema bipolare in crisi, perché nessuno dei due partiti maggiori, Pd e PdL, a differenza di Democrats and Republicans, può vincere da solo e quindi le primarie sono giacoforza di coalizione, poiché designano il capo politico della coalizione.
Il  limite della  strategia di Vendola è che è tutta tattica. In questo è il migliore sulla piazza, lo si è visto nei talk show. I suoi giudizi sull’esito del voto di fiducia sono stati i migliori: una sconfitta di quella strategia e non una vittoria di Pirro. Non credo, tuttavia, che  basti essere il migliore mediaticamente parlando. Se ci sono elezioni anticipate e primarie del centro-sinistra e tutte e due le cose  insieme la strategia di Vendola va bene, altrimenti, come dire, sotto il vestito niente: uno dei tanti esempi di una sinistra in mutande.
Si andrà a votare con questa legge, che concepita per creare un bipolarismo tendente al bipartitismo, imperfetto anche questo perché con il premio di maggioranza senza vincolo di quorum non produce alternanze – è fallita – ma il perverso meccanismo del voto utile continua a funzionare.
Se c’è l’ammucchiata antiberlusconiana – non parliamo di CLN per rispetto ai nostri padri fondatori – ci sarà un risucchio di voto utile o, se proprio fa schifo,  incrementerà l’astensione.
Vendola è favorevole alla TAV Napoli – Bari – parte  del Corridoio paneuropeo VIII, ma poi a Torino per ingraziarsi i valsusini si dichiara contrario alla  TAV Lione – Torino, parte essenziale dell’altrettanto importante4 Corridoio paneuropeo V.
Vendola, se fallisce la strategia delle primarie col PD ha davanti una scelta diabolica – o si attruppa o va solo. Per mantenere una fisionomia di sinistra dovrebbe andare solo, ma solo solo  non può a meno di rinunciare, con la soglia dell’8%, ad eleggere senatori in più della metà delle Regioni italiane. Quindi si deve alleare con l’IdV di Di Pietro – anche per non regalare anche il Senato a Berlusconi, come nel 2001 con le scelte elettorali di allora: senza che abbiano pagato o almeno chiesto scusa.
Come vedete non faccio sconti a SEL, ma dobbiamo dire le cose come stanno e smetterla con le strumentalizzazioni, che son pretesti per un’innaturale collocazione centrista del PSI: fischi  al Congresso SEL a Firenze- sono un testimone oculare e auricolare- erano pochi, molto più gli applausi e i fischiatori sono stati redarguiti dalla presidenza.. L’argomento dei fischi agli ospiti, mi sorprende in quegli ammiratori di Craxi, che inaugurò il costume di far fischiare gli ospiti ai congressi.
Perché essere socialisti? È una questione importante ma non per noi, ma per trovare argomenti per convincere gli altri. Se vogliamo convincere, dobbiamo essere convinti e cioè non avere paura di confrontarci di portare il nostro messaggio dovunque: tra i giovani che si oppongono alla Riforma Gelmini non basta condannare le violenze se non sappiamo indicare uno sbocco politico NON VIOLENTO.
Va bene prendere le distanze dalla FIOM, presa di distanza che non condivido, perché non è giusto liquidare la conquista del Contratto Nazionale e la tutela dei diritti sui luoghi di lavoro, ma se non siamo a favore dell’UNITA’ SINDACALE , e perciò non condanniamo le rotture e gli accordi separati a a qualsiasi costo, non facciamo il nostro dovere, come non lo facciamo se ci si appiattisce su Marchionne, come ho sentito in discorsi di compagni al Consiglio Nazionale di Ferrara o al Congresso regionale lombardo.
Certo c’è un problema di costi della politica, ma guarda caso, quando si vogliono tagliare i costi, si pensa agli organismi elettivi, l’abolizione delle province se non parte di un riordino territorial-amministrativo complessivo, partorirà il topolino dei risparmi dei costi dei consigli provinciali.
Il centro-sinistra ha tolto ogni rapporto nelle regioni tra consiglieri e popolazione in nome dell’autonomia. Si è ridotto, invece, il numero  dei consiglieri comunali e nelle grandi città dei consiglieri di circoscrizione.
Non si può volere la riduzione dei Comuni, riducendo i consiglieri perché è chiara la resistenza dei residenti nei Comuni più piccoli di scomparire nel Consiglio Comunale unificato.
Il Partito per i nostri progenitori della fine XIX° inizio XX °secolo doveva essere la prefigurazione della società futura: quando ci sono congressi o candidature abbiamo un’immagine terrificante della società futura. Non è una nostra caratteristica, ma di tutti i partiti, ma non è il caso di dire “mal comune mezzo gaudio”, perché, quando  il male è comune, la disperazione è di tutti
Milano, 19.12.2010